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Un team interdisciplinare segue il destino dei rifiuti di plastica nel Mare del Nord

Jul 14, 2023Jul 14, 2023

6 giugno 2023

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di Corinna Dahm-Brey, Università Carl von Ossietzky di Oldenburg

I percorsi di dispersione dei rifiuti di plastica nel Mare del Nord meridionale sono stati studiati da un gruppo di ricerca interdisciplinare guidato dall’Università di Oldenburg. Una parte fondamentale del progetto “Macroplastics” è stata la partecipazione dei cittadini. I volontari hanno potuto utilizzare un apposito sito web per segnalare il ritrovamento di lastre di legno che la squadra aveva rilasciato in mare aperto e lungo la costa.

Due risultati chiave sono che non ci sono aree nel Mare del Nord o nello Skagerrak in cui i rifiuti di plastica si accumulano in modo permanente e che gran parte delle particelle vengono rapidamente portate a riva.

Da dove vengono e come arrivano gli oggetti di plastica di grandi dimensioni, come le borse della spesa e le bottiglie usa e getta, che finiscono nella Baia tedesca? Questa è stata la domanda chiave affrontata da un team multidisciplinare dell'Università di Oldenburg, in Germania. Nel progetto di ricerca "Macroplastiche nel Mare del Nord meridionale: fonti, pozzi e strategie di abbattimento" il team ha condotto uno studio approfondito per comprendere meglio il problema ed esaminare le strategie per affrontarlo.

I ricercatori hanno fatto affidamento anche sulla partecipazione dei cittadini locali per tracciare i percorsi di distribuzione dei detriti di plastica. Una panoramica dei risultati è stata ora pubblicata sulla rivista Frontiers in Marine Science. Due risultati chiave sono che non ci sono aree nel Mare del Nord o nello Skagerrak in cui i rifiuti di plastica si accumulano in modo permanente e che gran parte delle particelle vengono rapidamente portate a riva.

Il team, composto da 15 scienziati provenienti dai settori delle scienze marine, della geografia e della pianificazione ambientale, ha avviato il progetto nel 2016. I ricercatori hanno utilizzato un approccio interdisciplinare per studiare come gli oggetti di plastica con un diametro superiore a cinque millimetri vengono dispersi nell'ambiente. Mare del Nord.

Hanno condotto esperimenti sul campo e calcolato i percorsi delle particelle di rifiuti virtuali utilizzando modelli numerici. Il team ha anche registrato i rifiuti di plastica depositati sulle coste, negli estuari e sul fondo del mare e ha utilizzato dei drifter di superficie tracciati via satellite che galleggiavano sulla superficie del mare, imitando i detriti di plastica. Inoltre, circa 63.000 lastre di legno biodegradabili di circa 8 x 10 centimetri di dimensione sono state rilasciate da località offshore e siti terrestri lungo la costa.

I cittadini locali che si sono imbattuti in vagabondi spiaggiati sono stati incoraggiati a segnalare il loro ritrovamento su un sito web dedicato. Nell'ambito dello studio è stata condotta anche un'analisi delle varie parti interessate, tra cui il settore del turismo, della pesca, dell'industria e dei porti.

Combinando le loro osservazioni e i calcoli del modello, il team ha ottenuto una panoramica sia della distribuzione spaziale delle fonti di rifiuti sia del ruolo svolto da diversi settori come il turismo e l'industria. I risultati confermano che la pesca e i rifiuti solidi urbani sono le principali fonti di rifiuti, come già avevano dimostrato studi precedenti.

Una parte significativa dei detriti proviene dai comuni più grandi lungo la costa del Mare del Nord e alle foci dei fiumi Elba, Weser ed Ems. La maggior parte delle lastre di legno rilasciate nei fiumi sono state portate a riva mentre erano ancora nei corsi d'acqua: poco meno della metà nell'Elba e quasi il 90% nell'Ems. Inoltre, i rifiuti che si riversano sulla costa provengono principalmente da fonti vicine.

Nelle zone costiere del Mare del Nord le principali fonti di rifiuti erano la Germania e i Paesi Bassi, mentre in mare aperto la maggior parte delle particelle di plastica proveniva dal Regno Unito, dalla Francia e dai Paesi Bassi.